lunedì 13 febbraio 2012

"Il risveglio del fuoco" su Cogito et Volo


E' una donna, ha tra i venti e trenta anni, ama elfi e creature magiche, in qualche caso ha la grande passione per la grafica. E' l'identikit dell'autore fantasy degli ultimi anni. Un genere che recentemente ha cominciato a declinarsi in sottogeneri come l'urban-fantasy, il cyberpunk fantasy, il paranormal romance (angeli, demoni, vampiri e quant'altro...). Chissà perchè i mondi-altri stimolano tanto la fantasia delle donne, da Licia Troisi a Cecilia Randall, ormai affermate, fino alle emergenti Chiara Strazzulla (Gli eroi del crepuscolo, Einaudi), Alessia Fiorentino (saga di Sitael, giunta già al secondo volume per Rizzoli), Elisa Rosso (Il libro del destino, Piemme) e tante altre. Effetto Rowling? E nel frattempo Christopher Paolini, che ha da poco concluso con Inheritance la sua saga su Algaesia, ha deciso di veleggiare verso altri generi (a quanto pare la fantascienza, come ha affermato in una intervista pubblicata sull'inserto La lettura del Corriere della sera del 13.11.0211).

In libreria la ventenne Chiara Cilli sta sullo stesso (affollato) scaffale delle 'principesse' del fantasy sopra citate. Anche lei ha una copertina di colori accesi su fondo nero, anche lei ha inventato avventure e mondi fatti di Dei, Principi, Magie e Terre.

Il suo Il risveglio del fuoco, primo volume di una saga che è già bell'e pronta da un paio di anni (La regina degli Inferi) in attesa di essere pubblicata, ha per protagonista una Dea bellissima, di nome Morwen, che non vuole accettare la sua identità di Erede del Regno degli Inferi. Di questo suo disagio approfittano gli altri Dei del mondo magico di Penthanwaeld, interessati ad avere il controllo della Terra degli Uomini. Morwen è attraente e al tempo stesso terribilmente violenta e fredda, ma non abbastanza da intimorire il giovane principe che di lei si innamora perdutamente e che ella trascina nella ricerca avventurosa di alcuni Cristalli magici.

Sfogliando il volume non si può fare a meno di notare il tono sognante della narrazione, tutta incentrata sulla bellezza della protagonista e sul suo amore per il bel principe Galadir: un amore sempre più intenso che a volte però sembra lasciare un po' al margine gli scontri, le battaglie e le intenzioni malvagie a cui tanto fantasy del filone più 'tolkieniano' ci hanno abituato. Questo 'romanticismo' un po' meyeriano piacerà certamente alle lettrici, un po' meno forse ai lettori.

Interessante in ogni caso l'impianto del romanzo, il mondo articolato in cui è ambientato (il libro è corredato di cartina e indice dei nomi), i personaggi fantastici (cavalli alati, dèi, re e regine). Quello che manca, in qualche caso è una caratterizzazione più puntuale dei personaggi e dei luoghi che aiuti a immaginare volti, caratteristiche e situazioni.

ma lasciamo che sia l'autrice a dare qualche chiave di lettura della sua opera. Le abbiamo rivolto a lcune domande:

Il fantasy è un genere che spopola tra gli adolescenti. Cosa è: fuga dalla realtà? Voglia di eroi che non troviamo nel mondo reale?

Esattamente. È un modo per trascinarmi lontano dalla quotidianità e dar vita ai personaggi e alle vicende che brulicano nella mia mente.

Hai scritto una intera saga fantasy prima di avere compiuto 20 anni. Come nasce la tua vocazione di scrittrice?

È nata inizialmente come un passatempo: mi divertivo a scrivere remake cinematografici della quadrilogia di Alien e le fan fiction riguardanti gli anime giapponesi, poi ho deciso di fare sul serio e da quel momento non ho smesso di scrivere neanche per un secondo.

Cinque dee formose fanno pensare alle Winx, Morwen che parla col pensiero al suo Cavallo Alato ricorda molto Eragon con Saphira, la Dea che non può innamorarsi dell’umano perché teme di fargli del male è molto ‘Edward Cullen e Bella di Twilight’. Quanto c’è di altri fantasy nel tuo romanzo?

Sinceramente non avevo mai fatto caso a queste similitudini! Non ho mai visto le Winx, il Cavallo Alato Nero non risponde a Morwen – come invece Saphira fa con Eragon – e non ho mai pensato che Edward e Morwen avessero qualcosa in comune, visto che il rapporto che lei ha con Galadir è un po’ più carnale di quello tra il famosissimo vampiro e Bella.

In certi passaggi di Il risveglio del fuoco si ha l’impressione che la storia d’amore prevalga sulla vicenda delle Terre degli Uomini. Quali sono le chiavi di lettura autentiche della storia che la tua fervida fantasia ha partorito?

Sono partita dal personaggio di Morwen, dalla sua assurda bellezza, dalla sua crudeltà, dalla sua forza micidiale, dalla sua capacità di stroncare vite e di seminare fascino e terrore con il solo sguardo. Poi è arrivato il Principe Galadir e da lì ho deciso di dare molto più spazio al loro legame, tenendo sempre teso il sottile filo che è il passato di lei e che rimarrà oscuro fino all’ultimo capitolo della saga.

Morwen, la protagonista della saga, è bellissima ma violenta, fisicamente forte ma con alcune debolezze. Conta di più la bellezza esteriore o i valori in cui si crede?

Devo rispondere in merito alla realtà d’oggi, o al mondo che vive nelle pagine da me scritte? (Rido) Ovviamente, nel primo caso, direi senz’altro che contano più i valori in cui si crede, ma nella saga de La Regina degli Inferi la bellezza esteriore regna sovrana. Tuttavia, ci sono personaggi, come i Protetti, che credono ciecamente nella volontà dei loro Dèi e sono fermamente decisi a portare a termine il loro compito. Anche il Principe Galadir è fortemente convinto dell’amore che lo lega alla sua Morwen – sentimento che si intensificherà nei prossimi volumi. Quindi, posso dire che se la bellezza esteriore è una caratteristica fondamentale dei miei personaggi, anche i valori in cui credono lo sono.

Scritto da Ambrogio Catania


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