giovedì 8 marzo 2012

RECENSIONE di Arturo Bernava

Risultare originali, nella sterminata pletora di mondi "fantasy" partoriti dalla editoria di oggi e di ieri, è un'impresa niente affatto semplice. L'eterna lotta del bene contro il male (che alla fine irrimediabilmente soccombe) è stata ormai raccontata in ogni sua sfumatura, con ogni fantasiosa tecnica narrativa.
È, quindi, con particolare piacere che ci si lascia sorprendere dall'esordio letterario di una giovane scrittrice, Chiara Cilli, che con capacità e destrezza è riuscita a dar vita a un mondo, a una storia, affascinante e di piacevole impatto.
Con la semplicità di uno stile lineare e abilmente descrittivo, l'autrice riesce ad attrarre il lettore, in un crescendo di emozioni che non si attenuano con il trascorrere delle pagine.
In una parola, la Cilli riesce ad Affascinare.
La definizione di questo verbo — contenuta nel "Devoto-Oli" — richiama la capacità di attrarre irresistibilmente, di ammaliare, conquistare, incantare, sedurre.
Un significato che ben conosce la giovane autrice, se è vero come è vero che riesce a donare ai propri personaggi una innata capacità di affascinare. 
In particolare la protagonista, Morwen la principessa degli inferi, appare agli occhi del lettore in tutta la sua sfrontata irriverenza. È forte, è bella, è irresistibile. In una parola — lo si è detto —  è affascinante.
Ma non è il fascino l’unica attrazione di Morwen. In essa il “male” (inteso come cattiveria fine a sé stessa) assume una dimensione sinora sconosciuta, quasi redimibile e contraddittoria. Ma non sono le contraddizioni quelle che affascinano di più?
Il male assoluto non può essere redento per definizione, ma su questo l’autrice non sembra avere le idee del tutto chiare. O forse è solo un ulteriore — il peggiore! — inganno, creato ad arte da una narratrice sapiente.
Ecco quindi che gli scenari cambiamo, diventano al tempo stesso più netti e più sfuocati. Nulla è come sembra e la fusione di forze opposte crea una tensione che diventa e resta palpabile sino all’ultima pagina.
La forza di Chiara Cilli sta nel discostarsi dal fantasy tradizionale. In quest’ultimo, infatti, l’amore fa solo da contorno, quasi infastidisce, l’attenzione è riposta tutta in battaglie epiche e su eserciti impegnati in scontri violenti e fascinosi. Ma soprattutto è l’eterna lotta tra bene e male il filo conduttore di queste saghe, con il bene che alla fine trionfa sempre.
Con la Cilli tutto questo viene ribaltato. Non tanto (o non solo) per il diverso rapporto di forza tra bene e male (concetto che da solo meriterebbe notevoli approfondimenti), quanto per lo spazio che l’autrice dedica all’amore e alla storia tra i protagonisti. Ma ad affascinare (ancora questo verbo!) è l’intensità del fio narrante, il crescendo graduale che improvvisamente esplode in tutta la sua potenza. Una storia che appassiona per la sua freschezza, per il costrutto narrativo che la giovanissima autrice riesce a realizzare.
Il primo libro di una saga che terrà il lettore con il fiato sospeso, alla ricerca di una verità che è figlia del tempo.
Brava Chiara!

Arturo Bernava

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